Cambia la regolamentazione per Airbnb e le altre piattaforme di affitto breve: con una sentenza del 22 dicembre, la Corte di giustizia Europea ha sancito la validità della norma sul regime fiscale italiano per le locazioni brevi introdotto nel 2017 che richiede di raccogliere le informazioni sulle locazioni effettuate.
Cosa cambia per gli affitti brevi
Le nuove norme impongono, a partire da gennaio 2023, di comunicare i dati di locatari o affittuari che operano attraverso una piattaforma web: i dati dei locatori, in particolare, dovranno essere comunicati all’Agenzia delle Entrate ogni tre mesi, insieme al numero delle operazioni effettuate e corrispettivi percepiti, oltre che le informazioni catastali. I locatori che non si adegueranno e non forniranno i dati alla piattaforma, rischieranno di essere bloccati. Le piattaforme dovranno trattenere sul canone di locazione il 21% di tasse (cedolare secca, nel caso di locazioni inferiori a 30 giorni e laddove il locatore non preferisca includere il reddito da locazione nella propria dichiarazione Irpef) da versare al Fisco.
Gli affitti brevi in Italia
Il fenomeno degli affitti brevi è molto fiorente nelle grandi città italiane e, dopo la flessione a causa della pandemia, la ripresa è in atto e si prevede nel 2023 di avvicinarsi ai numeri pre covid.