Per cercare di contrastare l’inflazione che ad agosto ha toccato il picco record di 9,1%, la BCE ha deciso di alzare i tassi di 75 punti base: non che si potesse fare molto altro con l’aumento dei prezzi che ha superato la doppia cifra nei paesi baltici, Olanda, Spagna ed è prevista in Germania per dicembre. Aumentare i tassi di interesse è la soluzione abituale per cercare di controllare la situazione, anche se secondo alcuni potrebbe peggiorare l’entità della recessione in arrivo.
La presidente della Bce Christine Lagarde si è espressa così:
«Siamo determinati a riportare l’inflazione al target del 2% e adotteremo le misure necessarie meeting by meeting prendendo in considerazione tutti i dati, sia quelli relativi all’inflazione che all’economia, inclusa una possibile recessione»
Mutui e aumento dei tassi
È evidente che la decisione di aumentare i tassi avrà ripercussioni anche sui mutui: secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, i mutui a tasso variabile, considerando l’importo e la durata media, dovrebbero aumentare di circa 52 euro al mese, per un totale di 624 euro all’anno.
Il tasso variabile è ancora il più conveniente
Nonostante gli aumenti, però, i mutui a tasso variabile risultano ancora più convenienti di quelli a tasso fisso: nelle offerte a 20 anni il tasso variabile è, in media, allo 0,97% contro 3,10% del tasso fisso. Nei mutui a 30 anni, sempre in media, il variabile e all’1,08% contro il 3,08% del fisso.
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