Che cosa prevede la nuova riforma del Catasto?

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Il Catasto è l’archivio di tutti i beni immobili, sia terreni che fabbricati, presenti in un Comune o in una Provincia. Si tratta quindi di una sorta di carta d’identità contenente le informazioni utili sulla localizzazione geografica, estensione della proprietà, destinazione d’uso e caratteristiche di un bene.

In particolare, nel nostro Paese vi sono due sezioni:

  1. Catasto dei terreni, in cui si trova l’elenco di terreni agricoli e non edificati;
  2. Catasto dei fabbricati o catasto edilizio urbano, che elenca i fabbricati di uso civile, industriale o commerciale.

A cosa serve il Catasto?

Il Catasto registra tutte le proprietà ed eventuali cambiamenti che subiscono nel tempo, cioè tutti i dati che serviranno per calcolare la tassazione. 

L’Agenzia delle Entrate si occupa di gestire la banca dati catastali, in cui ci sono:

  • identificazione catastale (numero di mappa, Comune, sezione, particella e subalterno);
  • indirizzo;
  • classe di redditività ma solo in alcuni casi;
  • consistenza, indicata in superficie oppure in numero di vani;
  • rendita catastale,
  • categorie catastali.

Che cos’è la rendita catastale di un immobile?

La rendita catastale è il valore utilizzato per effettuare i calcoli ai fini fiscali in relazione ad un immobile. Gran parte delle tasse sugli immobili, infatti, sono calcolate applicando un’aliquota alla rendita catastale. Questa procedura, ad esempio, avviene per:

  • le imposte sulla casa, come quelle IMU, TASI e TARI;
  • le imposte sugli atti di compravendita, versate al momento del rogito notarile come l’imposta di registro, ipotecaria e catastale;
  • la dichiarazione di successione sulla quale si calcolano le imposte di successione determinate dal valore dell’immobile.

In che cosa consiste la riforma del Catasto?

L’impianto normativo del catasto risale agli anni trenta.

Con la riforma del catasto si andrebbe a toccare un’istituzione di cui non è mai stata modificata la base normativa, risalente al 1939. Questo intervento è contenuto nell’articolo 6 del Ddl dedicato alla riforma del fisco. 

L’articolo 6, che si compone di due commi, prevede l’aggiornamento degli archivi degli immobili attualmente non censiti, che non rientrano più nella categoria catastale inizialmente assegnata o che nel tempo hanno cambiato destinazione d’uso. Si mira inoltre a identificare i terreni edificabili classificati erroneamente come agricoli (questo perché il valore immobiliare dei primi è superiore e quindi anche l’imposizione fiscale è diversa). Ma, soprattutto, si punta a individuare e a classificare tutti gli immobili abusivi presenti in Italia.

L’aggiornamento degli archivi catastali andrebbe quindi a contrastare la totale mancanza di imposte sugli immobili non censiti, oltre a fornire una mappatura circostanziata delle costruzioni abusive presenti nel nostro paese, che sono ancora moltissime. 

Gli immobili fantasma

La principale novità introdotta dalla riforma è l’aggiornamento dell’archivio con gli immobili e i terreni non dichiarati. L’Agenzia delle Entrate, insieme ai Comuni, avranno strumenti per scovare gli immobili fantasma, ma anche quelli che non rispettano la reale consistenza, destinazione d’uso o categoria catastale attribuita.

Sono quei fabbricati costruiti senza autorizzazione per evitare l’accatastamento e di conseguenza evadere il fisco. Gli immobili fantasma, quindi, sono interventi edilizi contrari alla legge, dato che i loro proprietari non hanno mai adempiuto ad alcun onere fiscale grazie al fatto che, da un punto di vista formale, l’immobile non avrebbe potuto essere tassato in quanto inesistente.

Ultimi aggiornamenti sulla riforma del catasto

Alla fine, è arrivata l’intesa. La riforma del catasto resterà nella delega fiscale e saranno rivisti i criteri con cui si determinerà l’aggiornamento delle rendite.

Il catasto italiano verrà quindi progressivamente aggiornato, ma senza cambiamenti rispetto ai criteri attuali. Esclusa anche in questo caso la possibilità di nuove tasse sulla casa.

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