Riforma del catasto 2021: cosa potrebbe cambiare

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Se ne parla già da metà agosto, ma è in questi giorni che si sta facendo concreta la possibilità che il governo inserisca nella riforma fiscale anche la revisione del catasto. Il tema è delicato e divisivo, visti gli impatti economici.
I cambiamenti più significativi sarebbero diversi: il valore di reddito potrebbe essere affiancato da quello medio di mercato e le molte categorie catastali potrebbero essere drasticamente semplificate, con impatti significativi in particolare sull’IMU per le seconde case.

Vediamo nel dettaglio quali sarebbero le modifiche introdotte dalla riforma del catasto e quali i risvolti pratici per i proprietari di immobili.

I cardini della riforma

Non è certo la prima volta che Governo e Parlamento si trovano a ragionare su una possibile riforma del catasto. È cosa nota che gli attuali valori catastali, aggiornati al 1997, siano ormai obsoleti e che di conseguenza le regole relative alla tassazione sulla casa risultino poco eque e equilibrate. Il sistema attualmente in uso, infatti, fa in modo che abitazioni di pregio abbiano un valore fiscale minore di case con la medesima superficie ma in periferia e nuove.

La riforma del catasto dovrebbe intervenire su tre aspetti:

  • la rivalutazione dei valori catastali con il passaggio dalle rendite ai valori medi di mercato, ottenuti applicando un algoritmo ai valori Omi, i valori calcolati ogni sei mesi dall’Osservatorio immobiliare dell’Agenzia delle Entrate.
  • Passare dai vani ai metri quadri per determinare il valore dell’immobile.
  • Semplificare le categorie catastali, non più A1, A2, A3, A4 (signorile, civile, economico, popolare), ma solo O e S, immobili ordinari e speciali come i pubblici e commerciali.

Riforma del catasto 2021: gli effetti sull’IMU

Il nodo più problematico da sciogliere è l’impatto sulle rendite catastali dell’adeguamento ai valori di mercato, che nelle grandi città potrebbe essere di quattro o cinque volte. L’Imu sulle seconde case potrebbe salire in media nazionale del 128%: tra i 21 capoluoghi di regione, a Roma si passerebbe da 2 mila a 5.640 euro all’anno (+183%); s Trento da 700 a 1.300 euro (+189%); a Milano da 1.800 a 4 mila euro (+123%). Meglio a Genova, Ancona, Trieste con ritocchi solo del 5-7%.
Si tratta di aumenti medi calcolati su un appartamento in zona semicentrale, di ampiezza media. Aumenti che con ogni probabilità corrispondono a ribassi in periferia.

Lo scenario è piuttosto complesso e per ora restiamo nel campo delle ipotesi, in attesa di conoscere i contenuti della legge delega, in uscita a fine settembre, per capire se, come e quando si arriverà a una revisione del sistema catastale.

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