La rendita catastale è un parametro fiscale che viene utilizzato per determinare il valore catastale di un immobile, e di conseguenza per calcolare le tasse di successione, imposte catastali, la base imponibile e, in generale, il calcolo di tasse e imposte.
Conoscere il valore catastale aggiornato di un immobile, cioè effettuare la rivalutazione rendita catastale, è importante in quanto alla base del calcolo di numerose imposte, e quindi evitare di pagare più del dovuto o fare dichiarazioni non corrette. Diverso è invece il calcolo del valore di un immobile a fini di vendita o acquisto.
Conoscere la rendita catastale non rivalutata
Per rivalutare la rendita catastale abbiamo bisogno di conoscere la rendita catastale non rivalutata cioè il valore attuale di un immobile: per fare questo possiamo andare sulla sezione della Gazzetta ufficiale dedicata al catasto e inserire i dati dell’immobile: ci serve sapere provincia e comune di ubicazione dell’immobile, zona censuaria di appartenenza (i comuni vengono divisi in più zone omogenee), categoria dell’immobile (le abitazioni fanno parte della categoria A) e numero di vani. Quindi otterremo il valore della rendita catastale alla voce Rendita (euro).
Nel caso di immobili di categoria B (scuole, collegi, ospedali, uffici pubblici, etc, etc…) e C (negozi, botteghe magazzini, laboratori, etc, etc…) bisogna conoscere e inserire, rispettivamente, metri cubi e metri quadri.
Come si calcola la rivalutazione della rendita catastale?
Una volta che si conosce il valore catastale, rivalutare rendita catastale aggiornata è semplice: basta moltiplicare la rendita catastale per 1,05.
Perché 1,05? Moltiplicare la rendita catastale per 1,05 significa rivalutarla del 5%, valore fissato per legge per gli immobili compresi nelle categorie catastali A, C, D ed E, e alcuni di quelli del gruppo B.
Adesso che conosciamo la rendita catastale rivalutata possiamo anche calcolare la base imponibile ai fini Irpef: per far ciò basta moltiplicare la rendita catastale rivalutata per il moltiplicatore catastale che cambia in base all’uso dell’immobile:
Moltiplicatore catastale
- Prima casa: 110
- Seconda casa: 120
- Imu – Tasi: 160
- Negozi: 40,8
- Botteghe: 40,8
Facendo quindi l’esempio di una prima casa con rendita catastale di 300 euro, la base imponibile sulla rendita catastale rivalutata risulate essere uguale a: 300 x 1,05 x 110 = 34.650 euro